L’arte come territorio di una soggettività ludica che affronta ogni aspetto della vita nel segno del gioco. È questo uno degli elementi principali che contraddistingue il lavoro dei ticinesi Andreas Gysin e Sidi Vanetti (1975).
Lo spirito ludico e il carattere interattivo che caratterizzano molti dei loro lavori, nei quali l’elemento tecnologico ha spesso un ruolo di primo piano, costituiscono gli strumenti attraverso i quali i due artisti sovvertono i meccanismi e le abitudini percettive per invitarci a guardare con occhi diversi la realtà. Del resto, anche se crescendo tendiamo a dimenticarcelo, è proprio questa disponibilità al gioco la base di qualsiasi forma di conoscenza.
L’intervento che gli artisti hanno immaginato per l’edizione odierna del «Corriere del Ticino» è in realtà solo il primo passo di un lungo work in progress che troverà compimento nei prossimi anni e rappresenta un’evoluzione di un lavoro precedente dal titolo Hms: una scultura digitale costituita da un parallelepipedo le cui misure continuano a mutare in relazione allo scorrere del tempo.
In questo caso il rettangolo nero al centro della pagina del giornale traduce graficamente il rapporto numerico che intercorre tra il giorno e il mese dell’edizione del giornale su cui è pubblicato. Trattandosi dell’edizione del 6 agosto, i due lati del rettangolo misurano quindi rispettivamente 6 e 8 cm. L’obiettivo degli artisti è quello di riuscire a pubblicare nei prossimi anni su quotidiani differenti e in date sempre diverse i loro rettangoli neri di misure sempre diverse, in modo da rappresentare in questo modo tutti i 365 giorni dell’anno.
Citazione dichiarata del quadrato nero di Malevic, i rettangoli di Gysin e Vanetti diventano, sulle pagine dei giornali, un richiamo all’essenza temporale dell’esistenza. Un’essenza che spesso finiamo per perdere di vista sommersi dalla molteplicità di fatti e avvenimenti che i media stessi ci propongono.

A cura di Elio Schenini, co-curatore di "And Now the Good News. Opere dalla Collezione Annette e Peter Nobel"
Pubblicata sul Corriere del Ticino sabato 6 agosto 2016